L’idea di proporre questo percorso nasce dalla pratica in studio.Se penso in termini “diagnostici” classici, alcune richieste di consulenza non sono inquadrabili in nessuno schema precostituito .Ci sono ( sempre più numerose) persone che richiedono supporto psico-nutrizionale pur non avendo un problema “importante” come l’obesità o come un disturbo alimentare. Sono persone che, se non si sentono riconosciute nelle loro esigenze, rischiano di vivere un malessere “sotto soglia” ed in solitudine. Alcune volte, le ragazze più“fragili” rischiano di cadere vittima della cosiddetta “industria della dieta” che non vede l’ora di agganciare donne con qualche complesso sulla forma fisica. I ragazzi riferiscono di avere pensieri ossessivi/intrusivi rispetto all’aumento della massa muscolare.
Le persone che presentano lievi disagi psico -alimentari di solito non hanno bisogno né di un percorso dimagrante né di un un percorso per i disturbi alimentari. Al contempo però costoro sentono che per stare bene con se stesse hanno bisogno di un confronto, di un piccolo pezzo di percorso, di una terapia dietetico-comportamentale cucita addosso a loro. Ho individuato le caratteristiche di coloro che, pur avendo una vita alimentare apparentemente regolare ( che non compromette in maniera significativa la socialità per esempio) richiedono consulenza “senza sapere bene il perché” . Riferiscono di “percepirsi non libere come gli altri rispetto all’alimentazione”. Di solito sono presenti una o più di queste caratteristiche:
• Peso sotto controllo: essere normopeso o leggermente sovrappeso ma senza che questo comporti problemi di salute; desiderio di modificare alcune forme corporee o desiderio di perdere pochi kg o ossessione per la forma dell’addome o sentirsi “troppo asciutti, con pochi muscoli”.
• Disturbi alimentari pregressi che hanno lasciato “strascichi di rigidità” oppure aver seguito molte diete.
• Attuale assenza di un disturbo alimentare ma presenza altalenante di pensieri critici / di ansia/ rispetto al cibo e/ o alle forme corporee.
• Comportamenti alimentari schematici che in alcuni momenti diventano “una gabbia”. Sentirsi confuse/i all’idea di stare troppo tempo senza tali schemi.
• Occasionale presenza di abbuffate.
• Sensazione di dover dipendere a vita da un dietista/nutrizionista/ da blog sullo sport o da uno schema alimentare “che ormai è in testa” o forme di controllo alimentare impegnative ( es.uso costante di app per monitoraggio di alimenti e attività fisica).
• Attività sportiva vissuta non per passione ma come auto-imposizione .
• Tendenza a cadere vittima del marketing della “diet industry” o del mercato degli integratori alimentari per l’aumento della massa muscolare.
• Pensare alla settimana in modo dicotomico: “quando faccio la brava/ il bravo e mangio bene mi alimento così…..mentre quando sono meno brava e sgarro nei weekend con gli amici mangio cosi…..”
Spesso si tratta cioè di persone che hanno già fatto un buon lavoro su se stesse ma che non sono ancora “mentalmente libere” dal pensiero del cibo e delle forme corporee.
Questo percorso è adatto quindi anche ai ragazzi che tendono ad avere non più una passione ma un’ossessione per l’attività sportiva ed in particolar modo per l’aumento della massa muscolare. La dieta viene vissuta in modo ferreo e quando si sgarra si pensa di “aver sporcato la dieta”. A volte questo disagio prende proprio la forma di un disturbo dell’immagine corporea chiamato anche “vigoressia” che va trattato parallelamente con la psicoterapia. *
Per quanto riguarda la parte dietistica, quello che funziona è creare un percorso “di liberazione” da condizionamenti alimentari imprigionanti pur promuovendo uno stile alimentare sano ma non rigido. Per gli sportivi l’alimentazione consigliata sarà adeguata agli obiettivi stabiliti insieme e i fabbisogni di proteine saranno calcolati secondo i fabbisogni per lo sport ( ma non andando oltre alcuni parametri). Al contempo sarà necessario intraprendere un percorso di “decondizionamento” da stili alimentari squilibrati e dannosi per la funzionalità psico-fisica.
Quello che propongo è dunque un percorso di educazione alimentare che verte su questi punti:
• Educazione alla consapevolezza delle sensazioni corporee inerenti tutti gli aspetti legati all’alimentazione
• De-condizionamento dagli schemi alimentari rigidi attraverso procedure cognitivo-comportamentali.
• Impostazione di una forma di controllo alimentare flessibile e in accordo con le linee guida dello stile alimentare della “dieta” mediterranea o alimentazione equilibrata per lo sport .
• Educazione al sano controllo del peso e al mantenimento dello stesso all’interno di un range flessibile. Accettazione del peso “ragionevole”.
• Consapevolezza e modulazione di alcune abitudini alimentari. Riscoperta dei significati di alcune modalità alimentari.
• Maggior autonomia rispetto ai professionisti della nutrizione e del fitness.
• Riscoperta di una modalità alimentare piacevole, intuitiva, legata alla “saggezza del corpo” e meno “mentale”
* Per problemi di immagine corporea di un certo rilievo ( dismorfofobia) collaboro con la dott.ssa Cristina Ombra, psicoterepeuta.
Nella maggior parte dei casi sono sufficienti 2 incontri dietistici al mese per un periodo che va dai 3 ai 5 mesi.
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