Noi dietiste-nutrizioniste siamo solite invadere i social con invitanti foto di piatti dietetici e consigli alimentari di tendenza. L’obiettivo è INSEGNARE la corretta alimentazione e successivamente PRESCRIVERE una dieta. Riempire il paziente di informazioni, produrrà un cambiamento delle sue abitudini alimentari? Non sempre è così.
Fermo restando che suggerire ricette è un aspetto da curare all’interno di un percorso dimagrante “il problema maggiore che ostacola il trattamento dell’obesità negli adulti è la scarsa adesione alle indicazioni dei programmi educativi e prescrittivi” Dott. Dalle Grave ( Massimo esperto in Italia nel trattamento dell’obesità e dei dca. Medico con il quale ho acquisito il “first certificate in eating disorder and obesity”).
Come terapeuti specializzati nel trattamento dell’ obesità dobbiamo lavorare sulle strategie per migliorare l’adesione del paziente al nostro percorso dimagrante. Fornire informazioni non cambia automaticamente le abitudini alimentari.
Sapere non sempre si traduce in fare.
Conoscere non sempre porta ad ottenere.
Un gruppo di ricercatori australiani ha pubblicato su Clinical Obesity una revisione sistematica meta-analitica per determinare se alcune strategie cognitivo comportamentali, come:
-fissare gli obiettivi ( non solo di peso).
– l’intervento motivazionale.
-la ristrutturazione cognitiva di pertinenza psicologica.
-la prevenzione della ricaduta ( per prevenire il precoce abbandono del percorso ai primi imprevisti) attraverso specifiche strategie cognitivo-comportamentali.
La frequenza degli appuntamenti ha anch’essa una sua importanza. Gli appuntamenti ravvicinati facilitano il raggiungimento dei risultati.
L’approccio prescrittivo con il quale noi dietisti-nutrizionisti “usciamo” dalle università dunque non è un approccio vincente a lungo termine.
Gli autori, commentando i risultati di questa revisione, raccomandano infatti di inserire le strategie cognitivo comportamentali in tutti i programmi finalizzati a gestire l’obesità con l’obiettivo di migliorare l’ingaggio e l’aderenza dei pazienti al trattamento. Il miglioramento dell’aderenza è ciò che determina, infatti, un maggiore tasso di successo nella perdita e nel mantenimento del peso.
I programmi più efficaci sono quelli improntati ad aiutare la persona ad esaminare alcuni dei processi psicologici e comportamentali sottostanti alla difficoltà che la persona ha a modificare lo stile di vita*
Tra gli aspetti che vanno trattati nella terapia dell’obesità ci sono*:
- le linee guida per una sana alimentazione;
- conoscere cos’è il peso salutare ( il ragionevole peso salutare);
- imparare a monitorarsi;
- riconoscere i segnali di fame e sazietà;
- esplorare le emozioni che incidono sull’alimentazione;
- imparare a rilassarsi nei momenti di maggior tensione;
- conoscere quali sono le condizioni psicologiche e fisiche che favoriscono le abbuffate;
- mettere ordine nella propria alimentazione e programmare i pasti;
- imparare a fare la spesa in modo consapevole e leggere in modo corretto le etichette;
- combattere l’influenza del contesto;
- acquisire strategie specifiche per vincere le abbuffate.
Bibliografia
*Tratto da un articolo delle dott.sse Todesco e Pitarresi.
Burgess E, Hassmén P, Welvaert M, Pumpa KL. Behavioural treatment strategies improve adherence to lifestyle intervention programmes in adults with obesity: a systematic review and meta-analysis. Clin Obes 7, 105–114, April 2017.
Dalle Grave R, Calugi S, Centis E, El Ghoch M, Marchesini G. Cognitive-behavioral strategies to increase the adherence to exercise in the management of obesity. J Obes 2011; 2011
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